sabato 28 febbraio 2009

Mentre l’affermazione del diritti all’eguaglianza e il divieto di discriminazione sono parte integrante del sistema dei diritti umani sin dagli inizi, il tema della violenza contro le donne entra nel dibattito internazionale su questi temi solo molto tardi - sostanzialmente negli ultimi dieci anni - e ancora oggi incontra resistenze e conflittualità.

Il documento più importante è la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, del 1993, frutto di una forte pressione dei movimenti delle donne, culminata nella Conferenza di Vienna sui diritti umani. La Dichiarazione fornisce per la prima volta una definizione ampia della violenza contro le donne, definita come "qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata." Nella stessa conferenza di Vienna si è decisa anche l’istituzione di una Relatrice speciale sulla violenza contro le donne.

Negli anni seguenti, il tema della violenza contro le donne è stato approfondito nella Conferenza di Pechino, e poi nel dibattito della Commissione donne dell’ONU, della Commissione diritti umani, dell’Assemblea generale, fino all’Assemblea di "Pechino+5" e alla stessa Assemblea del Millennio, che nella sua Dichiarazione finale pone la lotta alla violenza delle donne come uno degli obiettivi centrali delle Nazioni Unite del 2000. Il tema della violenza contro le donne rimane comunque conflittuale, sia per come va inteso in relazione ai diritti umani, sia rispetto alle controversie sulle responsabilità degli stati rispetto agli atti compiuti da soggetti privati, sia per le profonde divergenze su come riconoscerla, prevenirla, punirla.

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